Col tendine d’Achille degenerato arriva la borsite

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Col tendine d’Achille degenerato arriva la borsite

Evitare la frizione tra l’osso e i tessuti molli che lo circondano, come muscoli e legamenti. È ciò che fanno le borse, le piccole sacche con il liquido sinoviale che lubrifica e attutisce il movimento dell’osso. Le borse si trovano in prossimità delle articolazioni, dall’anca al ginocchio, ma anche altrove, ad esempio al calcagno.

È la borsa retrocalcaneare che, come tutte le altre sacche, può andare incontro a infiammazione. In questo caso si parla, per l’appunto, di borsite retrocalcaneare, «una condizione molto fastidiosa perché non permette di utilizzare determinate calzature e che, in determinate condizioni, può richiedere l’intervento chirurgico», ricorda il dottor Leonardo Maradei, Responsabile di Chirurgia del piede e mininvasiva di Humanitas.

La visita clinica dallo specialista e gli esami strumentali definiranno il quadro della condizione. Spesso la borsite si associa alla tendinopatia del tendine d’Achille. Le borse sono due: quella retrocalcaneare si trova laddove il tendine d’Achille si inserisce sul calcagno (sottotendinea) e l’altra è posizionata posteriormente al tallone (sottocutanea). «Spesso – continua lo specialista – la borsite sorge in pazienti con una conformazione sporgente del calcagno e con tendinopatia calcifica inserzionale dell’achilleo, con il tendine che va incontro a degenerazione».

Borsite e abuso dell’articolazione

I fattori che possono contribuire alla borsite retrocalcaneare comprendono anche l’overuse della caviglia, ovvero un uso eccessivo nel lungo periodo dell’articolazione che può causare irritazione e infiammazione della borsa. Ad esempio gesti atletici come la corsa o salto ma anche una forma di attività sportiva praticata in modo molto intenso possono favorire l’infiammazione della borsa.

Correndo o saltando, ma anche semplicemente camminando, si avverte dunque dolore. Alla vista il tallone apparirà arrossato e gonfio, tenue al tatto. In questi casi è bene fermarsi e rivolgersi allo specialista per definire un trattamento adeguato in prima battuta conservativo. Sarà necessario inoltre sospendere quelle attività che comportano dolore.

Dallo stretching alla chirurgia

«Il trattamento iniziale prevede anche la prescrizione di farmaci antinfiammatori, l’applicazione di terapie fisiche, la fisioterapia per eseguire principalmente lo stretching del tendine d’Achille e l’utilizzo di calzature con un adeguato sostegno al tallone per alleviare lo stress. Le iniezioni locali di corticosteroidi possono aiutare ma solo se vengono praticate in modo non massiccio perché le sostanze iniettate possono indebolire la cute e portare all’ulcerazione», dice il dottor Maradei.

L’ultima opzione terapeutica è quella chirurgica: «L’intervento è finalizzato all’asportazione della borsa infiammata. Questa, quando è infiammata in maniera cronica, può inoltre associarsi alla formazione di uno sperone calcaneare, una protuberanza ossea che si sviluppa nella parte posteriore del calcagno e che meccanicamente “infastidisce” la borsa infiammandola», conclude il dottor Maradei.

Articolo tratto da Humanitas.

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